Giovedì 24 luglio si è svolto a Roma presso la “Sala della Regina” di Montecitorio il 125° della nascita della Federazione Italiana della Caccia, come storicamente provato dalla copia originale dello “Statuto della Federazione di Cacciatori Italiani”, copia recuperata negli archivi comunali di Pescia, cittadina toscana posta a poca distanza dal Padule di Fucecchio, luogo mitico per la caccia agli acquatici.
E festeggiare questa ricorrenza a Montecitorio, dice anche della importanza e della considerazione di cui la Associazione gode presso i palazzi della politica, come rappresentanza forte del mondo venatorio.
I lavori, condotti dal giornalista Nicola Porro, si sono aperti con la relazione del Presidente Massimo Buconi, che ha toccato, seppure necessariamente per sommi capi, il percorso storico di Federcaccia; ha naturalmente ringraziato tutti i Presidenti provinciali e regionali presenti, e ancora di più ha più volte sottolineato l’importanza dei Presidenti delle sezioni comunali, vere nostre colonne portanti.
Ha salutato gli ospiti presenti, a partire dal Ministro Francesco Lollobrigida, a tutti i politici che hanno presenziato, i deputati Nevi, Bruzzone, Vaccari, Padovani e Bignami, dal sottosegretario del ministero dell’agricoltura La Pietra, al rappresentante del ministero dell’ambiente De Conciliis, ai Presidenti e rappresentati nazionali delle associazioni agricole.
Nella chiusura del suo intervento il Presidente Buconi ha rimarcato come questo traguardo, importante per la conoscenza delle nostre radici e per l’impegno di tante generazioni, debba costituire un altro punto di partenza, per un nuovo ed importante impegno a difesa delle tradizioni venatorie e della caccia.
Ha preso la parola poi il professore Zeffiro Ciuffoletti, già autore della pubblicazione nella occasione del centenario, che ha ricordato le ragioni culturali e sociali della nostra presenza.
È stata poi la volta del costituzionalista professor Alfonso Celotto, che in pochi minuti ha saputo inquadrare il tema caccia rispetto alle leggi, alle norme costituzionali ed alla certezza legislativa della azione venatoria.
Hanno portato il saluto il Presidente Nazionale Coldiretti Ettore Prandini ed il Vicepresidente Confagricoltura Luca Brondelli, che hanno entrambi rimarcato la necessità di una ancora maggiore intesa tra i due mondi, quello agricolo e quello venatorio, proprio per un ambiente più accogliente per la selvaggina, e nello stesso tempo, per tutte le azioni di contenimento delle specie che sono minaccia per la biodiversità, e per la salute pubblica.
Ha chiuso gli interventi il ministro dell’agricoltura Lollobrigida, che ha espresso il sostegno istituzionale verso una pratica venatoria responsabile e integrata con le esigenze di tutela ambientale e biodiversità.
“E’ ora di dire con chiarezza che chi è contrario alla attività venatoria deve in ogni caso assumere una forma di rispetto verso chi la esercita. Basta con la violenza, le fake news e le aggressioni verbali, anche perché il cacciatore è un esempio di legalità e di preparazione nel suo campo. Le grandi criticità ambientali non derivano da cacciatori, agricoltori e allevatori”.
Ha poi toccato i temi della proposta di legge di modifica della 157/92 e della fiducia nella discussione in tempi abbastanza rapidi; sono avviate le consultazioni al Senato e poi dovranno essere fatte anche alla Camera per poter far approdare in Aula un testo abbastanza definito.
Sui tempi invece della approvazione della legge sulla Montagna da parte del Senato si ipotizza che la discussione, e speriamo la approvazione, possa tenersi entro i primi quindici giorni di settembre.
La chiusura dei lavori è avvenuta con la premiazione del cacciatore Federcaccia più giovane, e quello più anziano, con i suoi 100 anni e ancora in attività.
Folta la delegazione dei presidenti provinciali lombardi, con in testa il presidente regionale Bruni e il vicepresidente nazionale Cavallari.
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