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Cacciapensieri

PRELIEVO IN DEROGA DI STORNO E FRINGUELLO: RICORSO RESPINTO

Il TAR di Milano, seconda sessione, chiamato ad esprimersi sulla richiesta di sospensione della efficacia della delibera che autorizza il prelievo in deroga di fringuello e storno, ricorso proposto da LAC e LAV, ha ritenuto che non sussistano le condizioni per la sospensione stessa.

Avverso al ricorso si sono costituiti in giudizio Regione Lombardia, Presidenza del Consiglio dei Ministri e ISPRA, con interventi ad opponendum di  ANUU, ACL e FEDERCACCIA.

Il TAR Milano, nella determinazione di non sospendere le delibere ha ritenuto che “dagli atti di causa emerge che il quantitativo di prelievo autorizzato in deroga per le due specie non crea significativi rischi di impatto demografico alla luce dei migliori dati disponibili e nel rispetto del principio di sostenibilità del prelievo proposto”.

Ora aspettiamo di vedere il riparto regionale, che ovviamente deriverà dal numero degli uccelli prelevabili rispetto a quanti hanno manifestato l’interesse al prelievo.

E dal primo ottobre si potrà prelevare, in deroga quindi, un esiguo numero di capi, alle regole già stabilite nella delibera vigente.

 

Tiene banco ancora, e non potrebbe essere altrimenti, la questione valichi che ha avuto soluzione a livello nazionale con una modifica alla legge 157/92 approvata con una aggiunta al testo della Legge Montagna di un significativo emendamento, fortemente voluto e votato dai partiti di maggioranza che hanno valutato come la sentenza del TAR di questa primavera fosse stata profondamente ingiusta verso il mondo venatorio.

Passare da 23 valichi a 475 è stata sicuramente una decisione della cui portata forse nemmeno chi l’ha attuata si è reso conto al momento.

La politica governativa ha dato seguito alle promesse, in questo caso anche con tempi rapidissimi, e oggi abbiamo una legge nazionale variata, firmata e pubblicata.

Naturalmente non dimentichiamo quanto lavoro è stato svolto da Federcaccia Nazionale e Regionale per proporre testi, convincere e coordinare.

Il lavoro di Regione Lombardia, ben avviato già lunedì 22 mattino con l’assunzione di una delibera regionale che ha ripristinato e confermato i valichi individuati nel 2023, è poi proseguito con il parere nel pomeriggio della Commissione Agricoltura.

La prosecuzione del provvedimento nel consiglio regionale è avvenuta martedì 23 settembre, ma non si è conclusa anche per la opposizione durissima della minoranza, giunta ad occupare l’aula e facendo quindi slittare la discussione a un nuovo consiglio, riconvocato ieri.

Al momento della stesura dell’articolo non abbiamo ovviamente risultato della pronuncia del Consiglio regionale di ieri, che ovviamente auspichiamo possa essere avvenuto favorevolmente.

Naturalmente nei 23 valichi individuati, se non sono già zone vietate alla caccia per effetto di altro istituto gravante, si applicheranno le norme relative alle Zone di Protezione Speciale, che determinano esclusivamente delle limitazioni temporali o di specie prelevabili ma non il divieto assoluto di caccia.

Tutti i restanti valichi prima individuati nell’elenco dei 475, a legge regionale di modifica della LR 26/93 definitivamente approvata, non saranno più tali e diverranno territorio di completo libero accesso venatorio.

Queste modifiche sono state calendarizzate in Consiglio Regionale per il 30 settembre, data che dovrebbe definitivamente togliere anche a livello regionale la parola valichi dalla legge 26/93, per adeguarsi alla Nazionale appena modificata con la legge Montagna.

 

La Assemblea dei cacciatori della Sezione cittadina di Brescia, tenutasi lo scorso giovedì 18 settembre, coordinata dal Presidente Avvocato Ennio Buffoli, è stata ancora una volta portatrice delle tematiche e dei dubbi che hanno tanti cacciatori bresciani.

A rispondere alle domande dei nostri soci sono stati gli Avvocati Bonardi e Bosio, che hanno fugato molti dei dubbi dei cacciatori, non tutti perché su certe questioni, come quella relativa all’uso del piombo, non vi è nemmeno a livello regolamentare una assoluta certezza delle norme, o atti che individuino in modo certo le cosiddette zone umide.

Ha aperto i lavori della serata l’intervento del Presidente Provinciale Giacomo Lanzini, che si è intrattenuto sulle questioni ancora in pieno dibattito, tra le altre quella dei valichi alpini e delle deroghe.

 

 

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