«Se per il bando del Servizio Civile Ambientale, giunto alla sua terza edizione, registriamo la conferma dell’interesse dei giovani — che per 1.006 posti hanno presentato oltre 5.700 candidature, il risultato del Servizio Civile Agricolo, che alla sua prima edizione raccoglie oltre 4.600 candidature a fronte di un’offerta di 1.057 posti, attesta ulteriormente la forte partecipazione e l’interesse dei giovani per queste iniziative», ha dichiarato Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani con delega al Servizio Civile Universale.
«Questi straordinari numeri ci confermano che le sperimentazioni avviate grazie ai protocolli d’intesa che abbiamo sottoscritto con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, incontrano l’interesse delle giovani generazioni, non solo per la loro volontà di rendersi utili alla comunità nazionale per il bene comune, ma anche perché sanno riconoscere in queste iniziative una risposta concreta alle loro aspettative, riguardo il presente e il futuro», ha concluso Abodi.
«Abbiamo creduto fin dall’inizio nel potenziale del Servizio Civile Universale Agricolo perché rappresenta una straordinaria porta d’ingresso per i giovani che desiderano fare esperienza e, magari, costruire una carriera in un settore strategico per l’Italia.
L’elevato numero di candidature, ben superiore ai posti disponibili, dimostra quanto il mondo agricolo sia tornato ad essere attrattivo in tutte le sue dimensioni.
Sempre più giovani scelgono di avvicinarsi a questo comparto, che oggi offre anche nuove e concrete opportunità economiche, come dimostrano i dati Istat sulla crescita del reddito degli agricoltori e sul valore aggiunto.
Faccio un grande in bocca al lupo ai giovani che parteciperanno ai programmi del servizio civile in Agricoltura, spero sia per loro l’inizio di un percorso di vita appassionante e ricco di soddisfazioni», lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Noi non possiamo che manifestare grande interesse per queste scelte che avvicinano i giovani a tutto quello che è per noi estremamente importante, il territorio agricolo con tutte le sue accezioni, luoghi che ci consentono di esercitare serenamente e con rispetto la nostra passione.
Nei prossimi giorni, esattamente martedì 28 ottobre, presso UTR Brescia è convocata la Consulta Faunistica Venatoria Territoriale per esprimere le valutazioni intorno alle possibili integrazioni di carattere Provinciale alla bozza di Calendario Venatorio Regionale del 2026/27.
Sono invitati il Presidente dell’ATC unico e quelli degli otto Comprensori Alpini, oltre ad un esperto in problemi faunistici, uno in problemi ambientali ed uno in quelli agricoli.
La valutazione di spettanza Territoriale, una volta proposta e concordata, sarà oggetto di condivisione con la struttura regionale per ottenere norme il più possibile omogenee a macro-livello.
Saranno oggetto di proposta anche l’eventuale anticipo dell’esercizio venatorio al primo settembre, il possibile posticipo al 10 febbraio e la integrazione fino a due giornate nei mesi di ottobre e novembre per la caccia da appostamento fisso alla migratoria.
Il testo proposto per il prossimo anno ricalca il calendario di questo anno, quello con cui stiamo esercitando l’attività venatoria, e che riteniamo comunque positivo.
La riunione, fatta in tempi molto anticipati, serve a rendere possibile una visione e proposta comune con tutte le altre riunioni territoriali, in modo di poter proporre dapprima la bozza di calendario a ISPRA, in tempi tali da rendere il calendario venatorio regionale approvabile entro i tempi di legge, entro quindi il 15 giugno 2026.
Si è tenuta in Val d’Ultimo, in Alto Adige, la settimana scorsa la 71° Assemblea dell’AGJSO, associazione che raccoglie le associazioni venatorie alpine del Nord est delle Alpi, Stiria, Tirolo, Carinzia, Slovenia, Alto Adige, Trento, Belluno e Friuli-Venezia Giulia e UNCZA, per l’assemblea annuale itinerante nelle varie zone che ne fanno parte, per dibattere i temi della gestione faunistica.
Quest’anno il tema è stato relativo all’uso delle tecnologie moderne nelle azioni di caccia, sia dal punto di vista tecnica, prelievo e gestione faunistica, ma soprattutto dal punto di vista dell’etica venatoria.
Considerazioni che ovviamente hanno finito per ritenere le tecnologie ne buone né cattive, come le armi del resto, ma è l’uso intelligente e misurato che consente alle stesse di essere complessivamente utili al nostro mondo.